Home page >> L’intervista
Artista poliedrico: pittore, scultore e scrittore energetico ed esoterico. Pranoterapeuta per vocazione

L’intervista all’Artista poliedrico
Pranoterapeuta per vocazione


Quando ha iniziato a lavorare a questa idea?
Circa vent’anni anni fa – racconta Marco Bettin -. Ma fino ad oggi quella che ho percorso è stata una strada in salita e costellata da mille avversità . Nonostante tutto non mi sono mai scoraggiato e continuo a credere in questo sogno.


In cosa consiste?
Il centro che vorremmo realizzare è una grande casa per dare una mano a tutti i bambini da 0 a 14 anni con problemi di disabilità, dislessia e autismo.
E sostenere anche i loro genitori. La vita di chi ha un figlio affetto da patologie di questo tipo è particolarmente dura.
Anche solo le cure mediche più semplici, come quelle del dentista, possono rappresentare un problema.
Il fatto è che non esiste una struttura di riferimento dove trovare la maggior parte dei servizi necessari per rispondere alle esigenze di questi bambini.
Per cui i genitori sono costretti a macinare chilometri su chilometri per assicurare le cure di base ai propri figli.
Accanto alla medicina tradizionale, ci piacerebbe poter offrire ai bambini l’importante supporto della pet therapy attraverso il contatto con gli animali.


Il suo progetto è rivolto solo ai bambini con problemi di salute e alle loro famiglie?
No. L’intenzione è anche quella di creare uno spazio affinché gli anziani possano sentirsi utili insegnando mestieri ormai dimenticati e mettendo a disposizione il loro bagaglio di esperienze di vita, “sentirsi utili significa sentirsi vivi”.
Una gestione piuttosto complessa vista la varietà dei servizi offerti.
Tutte le attività dovrebbero essere seguite da un’equipe multi professionale formata da medici, infermieri e personale socio sanitario, oltre che da uno staff di animazione ed intrattenimento. Il centro dovrebbe dunque essere accessibile a diverse tipologie di utenza, dagli anziani, ai disabili, ai minori.
La nostra intenzione è creare una struttura che abbia condizioni e mezzi adatti a donare sollievo e benessere psicofisico.


Quali intoppi ne impediscono la realizzazione?
Abbiamo portato il progetto del centro polifunzionale in Provincia.
Forse in quell’occasione la presentazione non è stata all’altezza.
Tant’è che è stato bocciato. Il problema vero è che non riusciamo a trovare l’appoggio da parte di nessuno.
A parole tutti lo considerano un ottimo progetto, poi quando si tratta di passare al lato pratico dei finanziamenti, le cose cambiano.


Quindi il problema vero è che mancano i soldi. Avete avviato una raccolta fondi?
Si ma non basta. Fino ad oggi siamo riusciti a mettere insieme con grande fatica una piccola somma. Per il progetto servirebbe oltre un milione di euro. Ma sarebbe sufficiente anche una somma ben minore per iniziare ad avviare il centro.
Noi come Nosea ci stiamo già attivando in questo senso. Ho offerto la nostra sede ad un’associazione che si occupa di bambini malati.
Inoltre possiamo contare sull’entusiasmo di circa 600 soci attivi e tantissimi amici sempre disponibili a dispensare il proprio tempo libero in occasione degli eventi benefici che realizziamo per raccogliere fondi.
Non perdiamo la speranza e confidiamo nel fatto che prima o poi il Biellese possa avere un centro per bambini disabili di cui andare fiero.


Chi volesse darvi una mano, come può fare?
Può mettersi in contatto con noi chiamando lo (+39)0152568101 dalle 18 alle 20 da lunedì a sabato o inviarci una e-mail: info@nosea.it o vai alla pagina dei contatti
Oppure può contribuire alla realizzazione di questo progetto, versando una somma sul conto corrente l’istituto bancario: Unicredit - Agenzia di Cossato:
IT24N0200844430000103672911


La biografia